Tradizione libraria e passione per l’universo si uniscono dando origine ad uno degli edifici simbolo della cultura milanese. Architettura, cultura, tecnica e capacità di visione si fondono in un luogo magico, il Civico Planetario Ulrico Hoepli, donato alla città dal noto editore da cui prende il nome.
Ulrico Hoepli, vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, già appassionato editore di testi di astronomia, pubblicava i lavori dell'Osservatorio Astronomico di Brera e negli anni '30 e '40 per la sua casa editrice uscirono numerosi libri di divulgazione: inizia così la fortunata storia delle collane di manuali dedicate alla cultura tecnico scientifica.
L’edificio del planetario è ospitato nei meravigliosi giardini di Porta Venezia, nel centro storico della città che già all’epoca aveva le caratteristiche di una metropoli. L’intento era quello di renderlo accessibile a chiunque, per sfuggire alla frenesia della vita quotidiana e rifugiarsi nella visione del percorso delle stelle; allo stesso tempo era necessario un luogo che potesse garantire il giusto grado di tranquillità.
La progettazione fu seguita dall’importante architetto milanese Piero Portaluppi, il quale, nell’inconfondibile tempietto, riesce a racchiudere gli aspetti formali dell’architettura neoclassica e le importanti esigenze tecniche date dalla necessità di proiettare su una cupola la riproduzione della volta celeste. La pianta ottagonale - riconoscibile dall’esterno - nasconde al suo interno un volume a pianta circolare che ospita il proiettore in grado di riprodurre in toto la volta celeste. Le stelle e l’astronomia affascinavano Piero Portaluppi, tanto da essere un elemento decorativo si dell’austera facciata del Planetario che di alcuni dettagli di Villa Necchi Campiglio, suo progetto successivo. Come nella maggior parte dei suoi progetti, quello di Portaluppi è un progetto totale, complessivo: anche le sedie girevoli su base di ghisa sono state progettate dall’architetto per permettere la rotazione dello spettatore durante le proiezioni, garantendo il massimo del godimento dello spettacolo.
Il vero gioiello custodito all’interno dell’edificio è lo strumento che rende possibile la proiezione, originariamente il Planetario Zeiss modello II, che proiettava l’immagine del cielo stellato sullo schermo costituito dal rivestimento interno della cupola. Questo venne voi sostituito da un Planetario Zeiss modello IV, arrivato a Milano nel 1969 dopo una serie di lavori di riparazione e ammodernamento dovuti anche ad alcuni danni causati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. A partire dagli anni ’80 vengono integrate le prime tecnologie informatiche e nel 1990 il planetario si dota del primo proiettore multimediale che affianca il modello IV ancora funzionante.
La storia del Planetario Hoepli è intrecciata con quella dello storico Osservatorio Astronomico di Brera: già dalla sua inaugurazione, nel 1930, la direzione scientifica delle attività del Planetario era affidata al direttore dell’osservatorio astronomico. Dal 1969, anno del primo sbarco umano sulla luna, l’astronomia e il planetario godono di rinnovato interesse, e da allora il planetario ospita una fitta programmazione di proiezioni per un pubblico specializzato, attività specifiche per le scuole, conferenze e manifestazioni culturali.
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