Sai perché il poke si chiama così?

di Andrea Roscini sopra October 15, 2021  in 23bassi homearchitettura italianaciotolacucina esoticahome decorePoke

Una pietanza fredda e di facilissima preparazione: il Poke, la nuova passione arrivata dalle Hawaii è racchiusa in una ciotola.
Nasce come piatto povero dei pescatori, che erano soliti prepararlo con gli scarti del loro pescato e mangiarlo come spuntino, nella ciotola ci finiva un po’ quello che c’era, dagli scarti del pesce crudo appena pescato alla verdura a disposizione poi veniva tutto tagliati rigorosamente a cubetti.

Poh-kay in hawaiano significa “tagliato a cubetti”, quindi un’insalata di pesce crudo e riso.


Senza impegnarsi troppo nella scelta degli ingredienti può essere un pasto salutare e completo. La fortuna di questa specialità hawaiana è la sua freschezza, gli ingredienti semplici e delicati, la sua praticità, caratteristiche concentrate in un piatto rinfrescante e nutriente ideale per un pasto leggero, ultra-vitaminico e proteico.

Tanta verdura, immancabile l’avocado, frutta per un tocco ancora più esotico. Il mango è l’ideale, inoltre diversi tipi di salse tra cui scegliere; sono evidenti le influenze giapponesi e asiatiche: soia e teryaki al primo posto. Edamame, pisellini, cavolo, cipolle, alghe e cetrioli, si può inserire tutto senza dimenticare le spezie…chi più ne ha ne metta!

Per i veri cultori deve essere tagliato il tutto a cubetti della stessa identica dimensione del pesce. Per dare un po’ di croccantezza al piatto, si possono usare semi di tutti i tipi. Il poke è un po’ insalata un po’ sushi. Poke è coloratissimo e saporito.

Per la prima volta il sushi rischia di perdere lo scettro del cibo più amato dagli italiani, in particolare dai milanesi. Ed è proprio il poke bowl a mettere in discussione il suo primato. Un vero cambiamento di tendenza. Si abbandona il rigore estetico giapponese verso un’esplosione di colori.

Concepito per essere consumato sulla spiaggia, tra un tuffo nell’oceano ed una tintarella sotto il sole cocente del Pacifico, ha conquistato prima gli Stati Uniti e recentemente l’Europa.

In Italia atterra per la prima volta a Milano ed in seguito in tutta la penisola. Da buoni italiani (diciamocelo chiaramente il primato sul cibo è senza dubbio nostro!) la bowl è proposta con contaminazioni mediterranee, una liberazione di sapori.

Esistono molte versioni del poke, con la presenza di svariate tipologie di riso (venere, basmati, farro, quinoa, integrale) e tantissimi altri ingredienti. Ciò che accomuna tutte le ricette, però, è la presenza di una bowl, nella quale il piatto viene servito.

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Al primo posto della classifica con 1 milione di ordini dei cibi che gli Italiani hanno ordinato maggiormente nel 2020, c’è il poke.
Bello da vedere (soprattutto buono da mangiare) è il piatto più social e instagrammato dell’anno. L’ hashtag #pokebowl ha circa 1,1 milioni di post, solo la parola #poke invece 2,3 milioni di post.

La Poke Bowl più che un piatto è una filosofia che ha conquistato i palati di tutto il mondo perché è una pietanza equilibrata e salutare che unisce l’allure della cucina giapponese al cibo di strada. É un piatto molto versatile che si presta a moltissime varianti e dai prezzi contenuti, al contrario del super noto cugino giapponese.
il Poke, non sembra destinata ad essere una moda passeggera.

 




 

 

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