Milano

di Andrea Roscini sopra February 16, 2023  in architettura italianamilanomilano segretatour milano

Milan l'è un gran Milan

Siamo abituati a considerare Milano, solo attraverso luoghi comuni come quello di capitale della moda italiana, città delle fiere, vero polo industriale.

E quando la pensiamo come meta turistica ovviamente è la città del Duomo, del Castello Sforzesco, della Galleria…

Non tanti turisti sono curiosi di scrostare la patina delle banalità per scoprire cosa si nasconde sotto e, per provare a stimolarvi nell’esplorare quante sorprese riserva ancora il capoluogo lombardo, vi suggeriamo di continuare a leggere quanto segue che sarà una fonte di ispirazione per fare non uno ma tanti viaggi all’interno dell’architettura italiana e del patrimonio artistico che è possibile trovare a Milano.

Non ci limitiamo a dettarvi un itinerario ma cerchiamo di trasmettervi delle emozioni inattese come, per esempio, mostrarvi il volto di una Milano densa di storie fantastiche e misteriose come quella che segue.

Quindi ci perdonerete se non troverete un itinerario classico ma spunti per ritrovare una Milano tutta vostra.

1. Piazza della Vetra e le sue streghe

Dietro alla Colonne di San Lorenzo si apre Piazza della Vetra, così denominata perché al di sotto scorre il canale artificiale della Vetra costruito dai romani.

In molti – milanesi compresi – ignorano che questo era il luogo deputato ad ospitare le esecuzioni capitali fino alla metà del diciannovesimo secolo.

Tra i reati puniti, per quanto possa oggi apparire insolito, c’era anche quello della stregoneria. (chissà cosa avrebbero pensato di chi legge i tarocchi)

A quel tempo, la piazza si trovava all’interno di uno dei quartieri più reietti della città e per arrivarci dal centro, bisognava oltrepassare il Ponte della Morte che permetteva di superare l’allora esistente canale, oggi non più visibile.

Verso la fine del quattordicesimo secolo, papa Giovanni XXII emise la Bolla Super ilius specula, con la quale ufficializzava la caccia alle streghe e Piazza Vetra, nel 1390 fu il luogo dove avvenne il primo rogo.

La presunta strega si chiamava Sibilia Zanni è fu accusata di essere un’adepta del diavolo da Fra Belltramino di Cernuscullo, che era l’inquisitore di Sant’Eustorgio.

La Zanni fu la prima donna a subire questa orribile fine con la quale si inaugurò un vero e proprio periodo di terrore in tutta la regione che vide centinaia di donne accusate e condannate per stregoneria.

Non fu esente da questo ruolo di giudice, neppure l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo che a metà del sedicesimo secolo contribuì copiosamente a condannare al rogo centinaia di presunte streghe. 

Agli inizi del diciassettesimo secolo, sempre in questa piazza, fu posta al rogo una donna che si chiamava Caterina dei Medici ritenuta colpevole di aver tentato di avvelenare il senatore Luigi Melzi.

Altri ancora subirono la stessa sorte come un certo Giacomo Guglielmotto ritenuto uno stregone, Gian Giacomo Mora e un suo amico, Guglielmo Piazza ritenuti colpevoli di aver diffuso la peste, Maria de’ Restelli e Angela Dell’Acqua colpevoli di stregoneria e altri ancora. Alcune di queste storie si trovano all’interno del libro Storia della colonna infame del Manzoni: colonna che si trovava nei pressi del luogo dove lavorava Gian Giacomo Mora e che alla sua morte, venne rasa al suolo.

Storicamente le ultime condanne a morte di streghe eseguite a Piazza Vetra risalgono alla metà del diciassettesimo secolo e videro come vittime una certa Anna Maria Pamolea e la sua donna di servizio, Margarita Martigonona.

Come si è potuto constatare, Milano riserva inattese sorprese che fanno intendere che esiste una città segreta che si cela all’interno di quella pubblica che tutti conosciamo attraverso i suoi più famosi monumenti e luoghi simbolo.

Un esempio è quello relativo alla prossima meta.

2. Villa Necchi Campiglio 

Durante l’intervallo intercorso tra la fine della Grande Guerra e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la crema della società che contava a quel tempo a Milano, aveva un punto di riferimento dove incontrarsi e fare festa: la villa di Nedda e Gigina Necchi e di Angelo Campiglio.

Oggi è certamente una tra le più affascinanti case-museo della Milano più nascosta pur rimanendo proprio al centro del Quadrilatero del Silenzio.

La villa, progettata negli anni Trenta dall’architetto Portaluppi, si trova vicino alla fermata della metropolitana Palestro e, a quel tempo, conquistò la sua fama perché all’interno del bel giardino, venne costruita la prima piscina privata della città che ne aveva solamente una comunale aperta al pubblico.

Progettata da Portaluppi proprio come il planetario di cui vi abbiamo raccontato in questo articolo.

Quella particolarità segnò l’inizio di un’epoca e un modo nuovo per godere il proprio tempo libero.

Oggi un visitatore può riassaporare quell’atmosfera e scoprire quante innovazioni all’epoca furono create per rendere questa residenza veramente speciale.

Basta pensare ai citofoni interni, alle porte scorrevoli blindate, al sistema per recuperare e riciclare l’acqua della piscina e via dicendo, non dimenticandosi di sorprendersi per la ricchissima collezione di opere d’arte presenti.

Come accennato poc’anzi, Milano può lasciare stupito qualsiasi turista a caccia di curiosità.

Se non lo ritenete possibile vi invitiamo a conoscere qualche luogo poco conosciuto come:

3. La casa del Rabbino

Vi invitiamo a raggiungere via Carlo Poerio 35 per vedere dall’esterno la Casa del Rabbino. Non è difficile da riconoscere per via di caratteristici mattoncini rossi con i quali fu edificata e dalle sue linee verticali dove trovano spazio strette finestre lunghe e strette.

Tre frontoni a punta e un bovindo la fanno irrimediabilmente assomigliare ad una di quelle tipiche case olandesi improbabili da trovare nel nostro Paese.

Questa è una delle sedici case costruite in questa maniera in diversi luoghi del mondo dagli ebrei ortodossi dei Lubacitcher ed è l’unica edificazione di questo tipo che si trova nel Vecchio Continente. Sicuramente non passerà inosservata.

4. La Casa degli Omenoni

Così definita per via di otto statue di giganti che ornano la sua facciata, la Casa degli Omenoni è in realtà Palazzo Leone-Calchi che trovate al civico 3 di via degli Omenoni.

Le statue rappresentano i popoli barbarici sconfitti nelle persone di Svevo, Quado, Adiabene, Parto, Sarmata e Marcomanno che molto da vicino ricordano i michelangioleschi ""Prigioni"". L’allora proprietario, Leone Leoni, era uno scultore che operava nella Zecca milanese a metà del sedicesimo secolo e fu un grande appassionato di opere d’arte tanto che oggi, gran parte di questa, come il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, si trova nella Pinacoteca Ambrosiana.

5. La Vigna di Leonardo

Non troppo distante dal celebre refettorio che ospita il Cenacolo di Leonardo, si trova la quattrocentesca Casa degli Atellani, che nasconde un’altra chicca segreta di Milano rappresentata da una vigna donata all’artista da Ludovico il Moro.

Considerata oggi una tra le dieci più suggestive location segrete della città meneghina, la vigna è nascosta da un edificio museo realizzato in stile Rinascimentale che si trova a Corso Magenta 65.

Si può visitare la costruzione ammirando la sala dello Zodiaco, lo Scalone monumentale ad opera del Portaluppi, le sale con i ritratti di Luini e lo studio di Ettore Conti.

La vigna è stata riportata al suo antico splendore così come il giardino segreto.

Una curiosità il decoro presente nel pavimento del Duomo a cui abbiamo dedicato la nostra collezione ha un campione proprio nel chiostro della Casa degli Atellani.

6. Gli igloo di Maggiolina

 In via Lepanto, nel quartiere di Maggiolina, si possono vedere ancor oggi delle strane case fatte a forma di Igloo.

In origine erano un gruppo di dodici singole costruzioni che furono progettate dall’ingegnere Mario Cavallè e rappresentano un vero e proprio esperimento architettonico che ebbe vita nell’immediato dopoguerra come unità residenziali di carattere provvisorio che dovevano ospitare nuclei famigliari che avevano perduto la loro casa a seguito dei bombardamenti.

Anche se è possibile vederne otto delle dodici costruite, solo due unità hanno mantenuto l’originario aspetto a forma di Igloo e chi capita da quelle parti non può non rimanere sorpreso della loro originalità."

Se via abbiamo suscitato un po' di curiosità per questa città in cui viviamo e lavoriamo e di cui è stato raccontato ormai di tutto non vi resta che partire con una mappa e scoprire i segreti di Milano.

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